#DaUnaFoto, Augustus Hare: il ritratto di una Roma di fine ‘800

Fiumicino Faro rosso

Il pensiero è il vento, la conoscenza la vela, e l’uomo la nave.
(Augustus Hare)

Citazione perfetta per questa fotografia scattata a Fiumicino, dietro il faro rosso del molo. Mi fermo sempre dietro a quel faro quando vado lì, quasi a ingabbiare la vastità del mare, dell’orizzonte, del tramonto. Una gabbia che però non racchiude ma focalizza l’attenzione su una parte di infinito, infinito anch’esso.

Ma chi era Augustus Hare? Scrittore e narratore inglese, nacque il 13 marzo 1834 curiosamente a Roma, ma d’altronde con quel nome di battesimo … Scrisse molti libri di viaggio, tra cui “Walks in Rome”, nel quale racconta la città eterna subito dopo l’annessione al Regno d’Italia: le bellezze, la luce migliore per fermarsi ad ammirare i monumenti, ma anche gli stravolgimenti urbanistici che cambiarono profondamente la città, aggiornati di edizione in edizione.

“Dodici anni di governo sabaudo hanno fatto di più per la distruzione di Roma – scrive Hare – che tutte le invasioni dei Goti e dei Vandali”. Sembra di leggere di nuovo, secoli dopo, quell’atto d’accusa affidato a Pasquino: “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”, anche se, dobbiamo dirlo, in quegli anni Urbano VIII con il bronzo del Pantheon fece erigere dal Bernini il baldacchino di San Pietro. Roma italiana, invece, cambiava radicalmente: “I gloriosi giardini di Villa Ludovisi sono stati annientati … antichi conventi sono stati rasi al suolo o trasformati in caserme, chiese storiche sono state colorate di giallo e rimodernate … Il Tevere stesso è stato deviato dal suo corso incantevolmente pittoresco, con la distruzione, tra l’altro, dei bei giardini della Farnesina”. “Ogni angolo di Roma era un quadro – scriveva ancora Hare – mentre ora va assestandosi nell’inferiore mediocrità alla quale l’occupazione sabauda l’ha ridotta”.

E non ha potuto assistere agli sventramenti dell’era fascista, al sacco degli anni Cinquanta, alla costruzione insensata di borgate dormitorio prive di servizi e di bellezza.

Sembra una decadenza senza fine, ma a ben guardare non è così, perché grazie anche a uomini e donne di buona volontà, molto è stato salvato e preservato e ancora oggi Roma splende per tutti coloro che abbiano voglia di ammirarla.

Anche il suo mare, non limpidissimo, e questo faro rosso, che cerca di ingabbiare l’infinito senza riuscirci.

Fiumicino Faro rosso

Mauro Monti

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