Bistecche artificiali dal Giappone

Negli ultimi 60 anni la produzione annuale di carne è quintuplicata a fronte di un raddoppio della popolazione mondiale: segno questo anche di una maggiore disponibilità economica.

Australia e Stati Uniti sono i paesi in cui se ne mangia di più con, rispettivamente, 116 e 115 kg pro capite. In Europa ci si attesta sugli 80-90 kg, mentre per molti Paesi a basso reddito, i consumi sono dieci volte inferiori rispetto ai nostri.

Anche se cambiano gli stili di vita e aumenta il numero di persone che prediligono un’alimentazione vegetariana, con l’incremento della popolazione globale la domanda di carne continua a crescere, pesando sempre di più sul nostro ecosistema.

Molti studi a livello mondiale si stanno focalizzando sullo sviluppo di una carne artificiale. In Giappone, per esempio, alcuni ricercatori dell’Università di Tokyo hanno sviluppato un procedimento per una “coltivazione” in vitro partendo da cellule muscolari.

Sono pronti a giurare che questo processo, che ora ha bisogno di una settimana per la creazione di una bistecca di un centimetro per lato, potrebbe avere in un futuro prossimo un grande impatto sui mercati alimentari e non solo: la produzione di carne artificiale, infatti, utilizza cellule animali senza bisogno di riproduzione e uccisione dei capi, garantendo un alto grado di sicurezza alimentare e una riduzione sensibile del carico ambientale.

Per quanto riguarda il gusto, ci stanno ancora lavorando, per fare in modo che i consumatori non restino delusi ripensando al sapore di una tradizionale bistecca o di una salsiccia cucinata sulla brace.

Insomma, non sappiamo cosa ci porterà il futuro, magari consumeremo meno carne o forse i nostri gusti saranno deviati verso altri apportatori di proteine, come gli insetti, per i quali sicuramente saranno create mille gustose ricette.

Mauro Monti

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