Il castello di Giulio II e il borgo di Ostia Antica

Ostia antica, il borgo e il castello di Giulio II

Dal 12 gennaio 2019, il Castello di Giulio II, a Ostia Antica è aperto al pubblico ogni sabato dalle ore 8.30 alle ore 13.30.

L’ingresso è gratuito. Le visite al Castello sono accompagnate con partenza alle ore 9.00, 10.30 e 12.00 per un numero massimo di 20 persone per volta (la prenotazione avviene direttamente sul posto).  Indossate scarpe adeguate (no infradito e tacchi) e vestiti comodi; all’ingresso vi verranno consegnati dei caschetti per superare senza problemi alcuni stretti passaggi. Ma intanto mettetevi comdi, ecco la visita in anteprima al borgo e al Castello di Giulio II:

Qui arrivava il mare e tutti quelli che avevano Roma come meta principale del loro viaggio. E da qui partivano le navi dirette verso i porti dell’impero.

Verso la fine del IV secolo dopo Cristo, a Ostia Antica soggiornò per 3 mesi Sant’Agostino, in attesa di imbarcarsi per l’Africa.

«Eravamo presso Ostia Tiberina dove, lontani dalla folla, dopo la fatica di un lungo viaggio raccoglievamo le forze per la traversata sul mare» (Confessioni IX,10.23).

La madre, che era con lui, si ammalò e morì. Fu sepolta nel luogo dove ora sorge la chiesa di Sant’Aura. Nella cappella sulla destra, una lapide ricorda il primo luogo di sepoltura di Santa Monica.

Hic posuit cineres
genitrix castissima prolis
Augustine tui altera lux meriti
cui servans pacis coelestia iura sacerdos
commissos populos moribus instituis
gloria vos maior gestorum laude coronat
virtutum mater felicior subolis

cioè

Qui le ceneri lasciò
la tua castissima madre,
o Agostino, nuova luce ai tuoi meriti,
tu che sacerdote fedele alle prerogative della pace
ammaestri con la vita i popoli a te affidati,
la gloria delle opere, maggiore di ogni lode, vi incorona:
la madre, specchio di virtù, più beata del figlio.

 

La chiesa e l’episcopio sono circondati dal borgo medioevale di Ostia antica, trasformato da Papa Gregorio IV (827-844) in una cittadella fortificata, detta “Gregoriopoli”.

Nel 1400 Papa Martino V fece edificare un torrione cinto da un fossato a guardia del Tevere.
Nel 1483 iniziò la costruzione del Castello, voluta dal cardinale Giuliano della Rovere (futuro Papa Giulio II, 1503-1513) e affidata all’architetto fiorentino Baccio Pontelli.

Alto esempio di architettura militare rinascimentale, il complesso include un circuito perimetrale di camere da sparo, le cosiddette casematte che raccorda tre torrioni, un ‘rivellino’ e un ampio fossato circostante.

Il percorso di visita si inerpica per scale strette e corridoi bui, fino al bagno del Papa, con una grande vasca a gradoni di marmo, e più su nel luogo in cui un profondo pozzo forniva l’acqua necessaria alle abluzioni.

Altre scale e si arriva sul camminamento di ronda, dal quale si ammira dall’alto il borgo con la chiesa di Sant’Aura.

In una grande sala, una volta affrescata completamente, un modellino raffigura Tor San Michele che sostuì il castello nelle funzioni di dogana, a seguito dell’inondazione del Tevere del 1557 che deviò il corso stesso del fiume.

Addossato ad una parete, i resti di un grande mosaico risalente all’epoca imperiale proveniente da uno scavo nell’area di Fiumicino.

Per un grande scalone si arriva alle stanze che il Papa occupava, con il suo seguito, nelle rare visite ad Ostia.

Nel XIX secolo, nel periodo più decadente del Castello, alcuni locali furono usati come fienile dai contadini e alloggio per i prigionieri destinati ai lavori forzati, con i quali Pio VII (1800-1823) e Pio IX (1846-1878) intrapresero i primi scavi archeologici di Ostia Antica.

Gli affreschi che decorano lo scalone monumentale, raffiguranti il mito di Ercole, sono attribuiti alla scuola di Baldassarre Peruzzi. Sulla sinistra, scendendo, è possibile notare alcuni graffiti seicenteschi, realizzati da alcune guardie pontificie per vincere la noia dei lunghi turni di guardia ad un castello che non vedeva mai l’arrivo del suo padrone.

Mauro Monti

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