Guarda, il Colosseo!

Colosseo - (c) Mauro Monti

È allo stesso tempo uno dei simboli più conosciuti del mondo e il più snobbato dagli stessi abitanti della città che lo ospita. Una volta era il centro della vita e della morte di Roma e poi con il passare dei secoli si è spogliato della sua grandezza, del suo stesso marmo per rivestirsi di capperi e di mirto, di fiori e di erbe selvatiche. Con le sue pietre sono stati costruiti interi palazzi della città e tra i suoi anfratti hanno trovato sede stalle e botteghe, ricoveri e cappelle. Fino a diventare il centro di una grande rotonda attorno alla quale girano studenti e lavoratori che difficilmente alzano lo sguardo dai propri smartphone.

È il Colosseo, o Anfiteatro Flavio, costruito lì dove c’era un lago, quello della Domus Aurea di Nerone che con la sua colossale statua di bronzo dorato gli diede il nome con il quale è conosciuto in tutto il mondo.

Si potrebbe dire che quando vivi in mezzo alle meraviglie finisci per darlo per scontato, almeno fino a quando lo scopri sotto una luce diversa, magari quella del tramonto che dall’Arco di Tito, sfiorando le colonne del tempio di Venere e Roma, arriva a ricoprire d’oro il suo marmo e di rosa le nuvole di un cielo sorretto dai suoi archi.

Verso sera ci recammo al Colosseo; era già quasi buio. Quando si contempla una cosa simile, tutto il resto appare un’inezia. È così grande che la mente non riesce a comprenderlo in sé; piccola è l’immagine che la memoria ne serba e, quando si torna a vederlo, fa l’effetto d’esser più grande di prima.

(Johann Wolfgang Goethe)

Colosseo - (c) Mauro Monti

 

 

Il Colosseo è come il teschio di Argo: nelle occhiaie vuote

gli nuotano le nubi, ricordo dell’antico gregge.

(Iosif Brodskij, “Elegie romane”)

Colosseo - (c) Mauro Monti

Vedo una gran cerchia d’archi, e tutt’intorno giacciono pietre infrante che furono parte un tempo di una solida muraglia. Nelle fessure e sopra le volte cresce una foresta di arbusti, olivi selvatici, e mirti, e rovi intricati, e malerbe confuse… Le pietre sono massicce, immense, e sporgono l’una sull’altra. Vi sono terribili fenditure nelle mura, e ampie aperture da cui si vede il cielo azzurro…

(Percy Bysshe Shelley)

Colosseo - (c) Mauro Monti

Mauro Monti

1 thought on “Guarda, il Colosseo!

  1. Monument Valley, Arizona, maggio 2017.
    Mi accingo a raggiungere a piedi il bordo della “balconata” che dà sulla…scena. Ero trepidante, non vedevo ancora niente all’orizzonte, anche se lo immaginavo: quanti film ambientati in quei posti!
    Pochi passi ed eccolo, uno dei panorami più mozzafiato della mia vita…dieci minuti a guardare, fisso, immobile, come davanti ad un quadro del Caravaggio, a Macchu Picchu, all’Anfiteatro Flavio(!).
    Non ho fatto neanche una foto, ho solo impressionato la pellicola dei miei occhi…
    Poco distante da me un turista (non era un viaggiatore) ha fatto solo una foto distratta col telefono cellulare, neanche si è fermato a guardare l’oggetto della sua (diciamo pure) foto.
    Ma come? La bellezza è di fronte a noi (gratis!), ci grida “Eccomi, sono qui, alza lo sguardo!” e noi rimaniamo insensibilmente gobbi al richiamo?
    Propongo un… “giuramento del viaggiatore”: chiunque si appresti a visitare un luogo di interesse storico, culturale, sociale deve promettere di…fermarsi un po’ insieme a se stesso, così da condividere la bellezza con il proprio cuore.

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