Natale di Roma, 21 foto per il 21 aprile 2021

Lupa dei Musei Capitolini - (c) Foto Mauro Monti

21 aprile 2021: è il 2774° compleanno di Roma, una storia nata nel mito e proseguita senza interruzioni fino a oggi. Una città nata capitale alla quale tutti hanno guardato, cercando in lei anche nei momenti più scuri e di decadenza, quel simbolo necessario a dare forza e concretezza a imprese, follie e ideali.

Ma Roma è anche e soprattutto la quotidianità del popolo, come nell’Ottocento, quando la città era un grande insieme di paesi, di rioni sempre in lotta tra loro, una città nella quale la campagna era all’interno delle mura, con i ruderi trasformati in cantine e abitazioni e le colonne antiche e gli acquedotti a far da sfondo a pascoli e ritratti del Grand Tour.

E dunque eccola questa quotidianità, nell’anno più difficile per tutti, l’anno del Covid: monumenti senza turisti, strade con poche persone e poi mascherine e distanza. Roma nell’anno del silenzio

Ventuno foto per il 21 aprile 2021

Non si può non iniziare con quei gemelli allattati dalla lupa e soprattutto con quel Romolo la cui capanna sul Palatino è stata preservata fin dall’antichità per rispettare e trasmettere ai posteri la tradizione di una fondazione nata nel mito.

Romolo e Remo

Quando il buongiorno è questo, c’è qualcosa che può andare storto? Il sole ancora basso illumina la facciata e il grande campanile (il più alto di Roma) di Santa Maria Maggiore un gioiello rimasto nella sua struttura intatto dal V secolo.

Santa Maria Maggiore - (c) Foto Mauro Monti

Madonnelle

Sono testimonianze della devozione popolare, realizzate a mosaico, dipinte, in marmo o in terracotta, e rischiaravano con le loro lampade a olio, gli incroci e i vicoli bui di Roma quando ancora non c’era l’illuminazione pubblica. Sono le cosiddette Madonnelle e a Roma, soprattutto nelle vie centrali della città, se ne contano circa 500, delle migliaia presenti una volta.

Alcune sono state anche protagoniste di un miracolo: il 9 luglio del 1796, alla vigilia dell’invasione napoleonica, e per tutto il mese di quell’anno, decine di icone in diversi punti di Roma cominciarono a muovere gli occhi. Un evento che la Chiesa decretò come vero per 5 Madonnelle delle oltre 26 esaminate.

Questa è l’icona della Madonna dell’Immacolata di via dei Cappellari.

Via dei Cappellari - (c) Foto Mauro Monti

Passetto del Biscione

Non capita tutti i giorni di attraversare quasi un portale spazio-temporale: via di Grotta Pinta, infatti, è collegata con piazza del Biscione, a pochi metri da Campo de’ Fiori, da un passetto che in epoca romana collegava la cavea del Teatro di Pompeo con l’esterno. È proprio lo stesso passaggio, duemila anni dopo. All’ingresso l’immancabile Madonnella, necessaria una volta a illuminare i passi nell’oscurità e come protezione invocata ogni volta che, magari alla sera, si era costretti a passare da lì.

Passetto del Biscione - (c) Foto Mauro Monti

Cordonata capitolina

Dall’oscurità alla luce intensa del sole che costringe quasi a chiudere gli occhi se decidiamo di salire in una mattina serena, la Cordonata capitolina, progettata da Michelangelo su commissione di papa Paolo III, nell’ambito dei lavori di risistemazione del Campidoglio.

Cordonata Capitolina - (c) Foto Mauro Monti

Fontana di Trevi

Il contrasto tra luce e ombra mette ancora di più in evidenza le sculture della Fontana di Trevi e Oceano sembra mettersi in posa, pronto a essere ritratto dai pochi turisti o da qualche studente d’arte che con pennello in mano segue le indicazioni del maestro.

Fontana di Trevi - (c) Foto Mauro Monti

Piazza di Pietra

Sei antico come le pietre, si dice a Roma per sottolineare la non verdissima età di qualcuno; le stesse pietre antiche che provenienti dai resti dell’antico “Hadrianeum”, il tempio fatto costruire in onore dell’imperatore Adriano, erano rovinate in terra nel corso dei secoli. Di quel maestoso tempio rimangono 11 colonne corinzie in marmo bianco, appartenenti al lato destro dell’antico edificio; alte circa 15 metri e con un diametro di m 1,44, poggiano su un podio di peperino alto circa 4 metri. È conservato anche un tratto dell’architrave, ornato di palmette e teste leonine. Immediatamente dietro le colonne si trova il muro esterno di uno dei lati lunghi della cella, originariamente rivestito di lastre di marmo. Fino al 1997 ha ospitato la Borsa valori, specializzata nella contrattazione dei titoli di debito pubblico e soprattutto di azioni di società immobiliari.

Castel Sant’Angelo

Non sono tantissime le piste ciclabili degne di questo nome a Roma ma ce n’è una che primeggia tra tutte: quella che corre lungo la banchina del Tevere e che collega il tratto che viene dal mare con quello che porta a Castel Giubileo. Da ponte Marconi fino ad arrivare a ponte Milvio, sono molti gli scorci suggestivi: si passa dall’archeologia industriale dell’Ostiense, alle cupole delle chiese (in particolar modo San Giovanni dei Fiorentini), alla storia millenaria dei ponti più vecchi fino all’imponente Mole Adriana, Castel Sant’Angelo.

Gli invisibili

Dall’altra parte della ciclabile, dall’altra parte del Tevere, dall’altra parte del presente, ci stanno gli invisibili. Sulla banchina, sull’altro lato della banchina, vedi alcune tende a mo’ di villaggio, scatole di cartone, muretti a secco alzati alla bell’e meglio a delimitare il proprio spazio notturno. Sotto i ponti, nascosti allo sguardo. Riemergono quando sale il fiume, a popolare i marciapiedi del Lungotevere, per poi risparire appena torna tutto alla normalità. La “normalità”

Fontana delle tartarughe

La fontana deve sta davanti al palazzo mio: questa a grandi linee la richiesta di Muzio Mattei quando nel 1570 l’acquedotto Vergine fu deviato per portare l’acqua in zona. E dunque eccola lì, al centro di una deliziosa piazza, questo gioiello d’eleganza e leggerezza progettato da Giacomo Della Porta con le tartarughe, aggiunte successivamente dal Bernini, che le diedero il nome. Oltre che affascinare ogni turista, la fontana colpì anche un facoltoso americano che agli inizi del ‘900 ne fece realizzare una copia che portò poi negli States. Dopo aver fatto bella mostra nel giardino di casa, la fontana nel 1954 venne donata dalla famiglia alla città di San Francisco. Se passate da lì non lasciatevela sfuggire.

Il piccolo Pantheon

Non che sia sconosciuto, ma la maggior parte delle persone che passa per Roma per trovare un amico o parente o per un soggiorno veloce, difficilmente lo conosce. Purtroppo credo che valga anche per molti romani. Oltre al maestoso Pantheon, ne esiste uno più piccolo: la chiesa di San Bernardo alle Terme, costruita, appunto, riutilizzando lo spheristerium (la sala per i giochi con la palla) delle Terme di Diocleziano. Come dove sta? Vabbè, davanti a Santa Susanna. Dove sta Santa Susanna? Cercatela

Un incontro che toglie sempre il fiato

Ci sono molti vicoli a Roma nei quali perdersi e che improvvisamente regalano scorci inaspettati, ma c’è un luogo che per il silenzio, il suo essere particolarmente nascosto e non vicinissimo agli itinerari più battuti, regala sempre un brivido. Provate a venire da piazza Campitelli, percorrete via dei Funari e in piazza Lovatelli sulla destra avrete la bellissima facciata dai tratti rinascimentali di Santa Caterina dei Funari, progettata dal Guidetti, allievo di Michelangelo. Passateci nel tardo pomeriggio e ne riparliamo.

Il re

Va bene il luogo meno conosciuto, l’itinerario meno battuto, ma se po’ anna’ a Roma senza vede’ il Colosseo? Specialmente in questo periodo. Già normalmente quando ci si passa davanti, in macchina o sull’autobus, non lo si degna neanche di uno sguardo ma adesso è lasciato solo anche dai turisti, da quelli che fanno i chilometri veri per venirlo ad ammirare. Sarà che di cose ne abbiamo tante, ci abituiamo alla bellezza, ma io ogni volta che ci passo davanti non posso staccare lo sguardo da quelle arcate, dai cippi del velarium, dal colore del marmo che cambia con la luce del giorno, fino all’oro del tramonto. E dai, andateje a fa’ compagnia, fermateve un attimo e alzate la testa da quei cellulari.

Lenta come l’acqua

Da sotto i ponti la vita sembra scorrere lenta come l’acqua, ogni rumore è lontano.

Per le strade di Trastevere

Sono gli incontri più belli, quelli che restituiscono un’anima a un quartiere popolare: le buste della spesa, il carrello, la battuta, la tradizione che ancora si riesce a respirare a Trastevere.

Piazza di Spagna

Un giorno di pioggia durante la pandemia: peggio di questo c’è solo il lockdown. Eppure niente sembra scalfire la bellezza di quella straordinaria scalinata tra piazza di Spagna e Trinità de’ Monti. E’ un quadro che rimetti a posto ogni volta che ci passi davanti.

Un selfie con gli storni

Danno fastidio, specialmente quando ci parcheggi sotto, quando cerchi di non cadere camminando con cautela sul Lungotevere, ma quando sono in volo lo spettacolo è assicurato, al punto che nessuno è capace di rinunciare a un selfie con le loro evoluzioni.

Roma verso il mare

È stato il grande sogno dell’Esposizione Universale del 1942, il quartiere che doveva segnare lo sviluppo di Roma verso il mare; un grande set cinematografico e onirico che ha materializzato le visioni metafisiche di De Chirico. Amato da Fellini, che lo definiva “un quartiere che c’è e non c’è: spazi vuoti dove mettere i propri giocattoli, un luogo senza storia, dove il monumento più vecchio è un distributore di benzina”, all’Eur abitò Pasolini, in una palazzina borghese a poca distanza dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il luogo “della sua sepoltura”.

Roma al mare

Da Cesano al Tirreno: il comune di Roma misura 1300 chilometri quadrati e sì, c’è anche il mare. Non sarà il mare cristallino della Sardegna ma con pochi minuti di macchina (per chi non abita direttamente sul litorale) è possibile andare a sentire com’è l’acqua (quasi quasi citando David Foster Wallace), immergendo i pensieri con tutte le scarpe.

Semaforo con vista

Quel maledetto piccone che ha sventrato la spina di Borgo (in troppi hanno tolto cose a Roma) ha trasformato l’attesa a un semaforo nella contemplazione della bellezza.

Stamo a cavallo

Datevi un appuntamento: una sera al Campidoglio e una volta lì ammirerete lo spettacolo di una illuminazione che esalta la statua dell’imperatore filosofo, una controfigura fatta ad arte che si è preso negli anni il centro della scena e che sembra dire al popolo spaventato: tranquilli, ne avemo viste tante

Mauro Monti

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