Un miracolo a Corviale

Beata Vergine Maria, Corviale - Photo Mauro Monti

Grazie: è una delle tre parole “magiche” che Papa Francesco ripete spesso (insieme a “permesso” e “scusa”), quando dà alcuni suggerimenti per una vita serena in famiglia e nella società.

Grazie è stata anche per secoli, anzi per millenni, la risposta del popolo credente di fronte ad un miracolo, dal tempo dei fenici, a quello dei romani, fino alla cristianità.

Grazie è la parola che ricopre statue, muri, santuari, in risposta ad una guarigione fisica o alla salvezza dell’anima, presente sui cosiddetti “Ex voto”, per lo più raffigurati con un cuore, il nome e una data. Una data che spesso è ferma a trenta o venti anni fa e che raramente si è aggiornata nel corso degli ultimi anni. Luoghi e icone che in passato hanno concesso grazie, sembrano diventate memorie devozionali che non parlano più all’uomo e alla donna di oggi, diventate ormai pittoresche tradizioni da fotografare e condividere sui social.

È la preghiera che manca? Non ci si affida più a Dio per una grazia? Si è persa la speranza? Oppure non si ritorna più indietro a ringraziare, come nella parabola dei dieci lebbrosi (Lc 17, 11-19)?

Proprio in quella parabola, Gesù congeda quell’unico lebbroso che torna da lui per ringraziarlo, con queste parole: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!» (Lc 17,19). Benedetto XVI, nel Messaggio per la Giornata del Malato del 2012, scrive che “la fede di quell’unico lebbroso che, vedendosi sanato, pieno di stupore e di gioia, a differenza degli altri, ritorna subito da Gesù per manifestare la propria riconoscenza, lascia intravedere che la salute riacquistata è segno di qualcosa di più prezioso della semplice guarigione fisica, è segno della salvezza che Dio ci dona attraverso Cristo; essa trova espressione nelle parole di Gesù: la tua fede ti ha salvato”.

Fede e Grazia trovano dunque piena rappresentazione negli ex-voto, presenti soprattutto nei santuari, nelle chiese storiche delle nostre città, ma che è possibile incontrare talvolta anche in piccole comunità parrocchiali, come a San Paolo della Croce, a Corviale. Qui, sulla colonna davanti alla quale è posizionata la statua della Beata Vergine Maria, una famiglia ha voluto lasciare il suo Grazie per una guarigione miracolosa che non trova spiegazioni scientifiche.

A volte il più grande dei segni si verifica lì dove nessuno se l’aspetta (Gv 1, 46), ma d’altronde questa è da sempre la storia del rapporto tra Dio e il suo popolo.

Beata Vergine Maria, Corviale - Photo Mauro Monti

 

Mauro Monti

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