La città dai 30 confini

la città dai 30 confini

C’è una città in Europa che conta ben 30 confini ma solo tra due paesi: Olanda e Belgio. Ha un doppio nome: Baarle-Hertog e Baarle-Nassau e soprattutto una doppia legislazione.

Camminando per le strade di questa enclave, si attraversa il confine in continuazione, da un numero civico all’altro cambia lo stato di residenza. SI fa la spesa all’estero, si mandano i propri figli a scuola all’estero, si mette benzina all’estero (se conviene), basta fare un salto dall’altra parte della strada per risparmiare o scegliere il servizio migliore.

Ma questo ha anche i risvolti negativi: ci sono case posizionate sul confine sottoposte a doppia tassazione, e poi c’è il problema della spazzatura: non perché si accumuli nelle strade ma per via delle doppie regole e del raddoppio dei mezzi che passano per la raccolta.

Tra i casi letteralmente al limite, c’è quello della fabbrica di schermi a Led Q-Lite, nel cui stabilimento di produzione corre il confine tra Olanda e Belgio. Doppia ragione sociale dunque e dipendenti divisi, ognuno con le sue regole, ognuno con le rispettive festività, con il vantaggio però di non dover quasi mai bloccare la produzione.

Ma insomma, come si sentono gli abitanti di Baarle, olandesi o belgi? Nel 1995 – racconta l’assessore al turismo – una donna di 86 anni scoprì che non viveva in Belgio ma nei Paesi Bassi e avrebbe dovuto cambiare il suo passaporto. Al suo rifiuto categorico: “Non lo farò mai, io sono belga”, è stato trovato l’escamotage: è bastato spostare una porta.

Mauro Monti

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